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mercoledì 19 ottobre 2016

Si parte per la Cina...

L'occasione è un'importante fiera internazionale. Si chiama  
21st CENTURY MARITIME SILK ROAD INTERNATIONAL EXPO
e si terrà a Dongguan City, nella provincia di Guangdong, dal 27 al 30 Ottobre p.v. 
Volendo tradurla in italiano, potremmo chiamarla la Fiera Internazionale della Via Marittima della Seta del 21esimo secolo. Capirete dopo, leggendo fino alla fine l'articolo, il motivo di tale nome.
Noi saremo presenti, insieme ad altre 60 aziende agroalimentari italiane, per promuovere l'olio extra vergine di oliva, quello Made in Puglia!!! 


Si tratta di una fiera giunta alla sua terza edizione e che nel 2015 ha registrato la presenza di 1394 espositori (di cui il 70% stranieri), oltre 100mila visitatori e 20mila buyers internazionali. Per l'edizione 2016 sono previsti sei settori espositivi tematici tra cui Turismo e Cultura, Selezione Internazionale di The e Seta, Beni Alimentari Tipici, ecc. La novità è che quest'anno, per la prima volta, all'interno del padiglione Food è stata inaugurata un'area completamente dedicata al Made in Italy agroalimentare.
Ecco il video dell'edizione del 2015



Ma perché questa fiera è così importante?
Perché deriva da una precisa strategia voluta dal governo cinese e ne costituisce l'elemento di promozione e rafforzamento. One Belt One Road (OBOR) è l'ambiziosa iniziativa promossa dal presidente cinese Xi Jinping nel 2014. Si tratta di una strategia di sviluppo che si basa su una maggiore cooperazione economica tra la Repubblica Popolare Cinese e il resto dell'Eurasia. Consiste di due componenti principali: la via terrestre della seta (la Silk Road Economic Belt o SREB) e la nuova via marittima della seta (la Maritime Silk Road o MSR). La finalità è di promuovere e rafforzare le relazioni commerciali tra i paesi asiatici ed europei lungo queste due importantissime rotte, la SREB e la MSR appunto. In particolare, gli obiettivi prefissati dal governo cinese sono: coordinamento e armonizzazione delle politiche commerciali, interconnesione di servizi, liberalizzazione del commercio, integrazione finanziaria, maggiore dialogo e scambi culturali tra i diversi popoli.

Il governo cinese ha stanziato un fondo di 40 miliardi di dollari per finanziare il progetto OBOR. Gli investimenti principali riguarderanno il settore delle infrastrutture e delle risorse, come anche la cooperazione industriale e finanziaria. Il progetto sottolinea la volontà e la determinazione della Cina nell'assumere un ruolo primario nello scacchiere degli affari mondiali.
Considerando l'importanza strategica e la grandezza della manifestazione, questa fiera rappresenta la piattaforma ideale per massimizzare la propria visibilità nel Guangdong e nei mercati dell'estremo oriente, attraverso l'intera Cina e negli altri paesi partecipanti, grazie al grande risalto mediatico dato dai mass media e alle opportunità provenienti dalla creazione di reti di business a livello regionale.
A titolo di esempio, alcuni dei paesi che hanno partecipato all'edizione del 2015 sono la Malesia, la Thailandia, il Ghana, il Kenia, le isole Fijii e Tonga, la Nuova Zelanda, la Corea, l'India, il Pakistan, il Vietnam, il Laos, ecc. La buona notizia è che quest'anno c'è anche l'Italia!!!

venerdì 26 febbraio 2016

Giovani imprenditori agricoli: 2015 da record

L'agricoltura moderna assume un nuovo volto, quello dei giovani imprenditori agricoli e delle loro innovazioni, abbandonando finalmente l'immagine di un settore vecchio, arretrato e senza prospettive per diventare, invece, una nuova opportunità di sviluppo, crescita e occupazione.
E' un dato ormai acquisito e lo conferma l'ultima analisi Coldiretti: il settore dell'imprenditoria agricola sta vivendo in questi ultimi anni una ripresa senza precedenti. Nel 2015, infatti,  i giovani lavoratori agricoli indipendenti fanno registrare un aumento record del 35% rispetto all'anno precedente, con gli under 34 anni che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole che hanno superato le 70mila unità. L'analisi è stata condotta sulla base dei dati Istat relativi al secondo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ il tasso di crescita più elevato di tutti i settori.
Ma qual è l'identikit di questi nuovi operatori agricoli?
Si tratta di agricoltori di prima generazione, giovani che provengono da altri settori e che hanno deciso di dare continuità all'azienda familiare investendo in innovazione e professionalità. Hanno un alto livello di scolarizzazione (oltre la metà è laureata) e operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche all'agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, dall’agribenessere alla produzione di energie rinnovabili, ecc.
I loro tratti più distintivi sono la creatività e l'innovazione: sono capaci infatti di implementare processi di innovazione tecnologica, innovazione di prodotto e di servizi che contribuiscono a differenziarli molto rispetto ai loro competitor. E così conquistano fette di mercato, a livello nazionale e internazionale, con innovazioni che vanno dalle App salvatruffa all’energy drink contadino, dal caviale di lumaca alla pasta di canapa e alle microalghe per il benessere. Il risultato è che le aziende agricole di questi giovani imprenditori possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più.
Siamo di fronte ad una nuova generazione di contadiniallevatoripescatori e pastori che costituiscono uno dei principali vettori di crescita del settore agroalimentare italiano. La loro mission è di produrre cibo Made in Italy, ma svolgono anche un'importante funzione socio-culturale-rurale in quanto proteggono i semi, le piante, l’acqua e i suoli e valorizzano, allo stesso tempo, la cultura, la tradizione, la storia, e le bellezze paesaggistiche italiane. Non è un caso che in Italia si trovi probabilmente il maggior numero di giovani agricoltori dell’intera Unione Europea.
Il secondo aspetto davvero interessante di questo fenomeno è che si tratta di un ritorno "rosa" alla terra: uno studio Coldiretti rivela che, secondo i dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2015, sono aumentate del 76%, rispetto allo stesso periodo del 2014, le giovani donne italiane under 34 che hanno scelto di lavorare indipendentemente in agricoltura come imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole.
E quali prospettive ci sono per il futuro?
Ci sono opportunità di insediamento nell'agricoltura italiana per almeno ventimila giovani fino al 2020 con l’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di Sviluppo Rurale PSR presentati dall’Italia. Le linee di finanziamento sono rivolte a giovani agricoltori con età compresa tra 18 e 40 anni non compiuti e possono arrivare ad offrire fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l'attività, oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%.