sabato 23 novembre 2013

Affiorato? Si, grazie!!!

Quest'anno inauguriamo l'Olio Affiorato.
Noi dell'Azienda Agricola Grandolfo ampliamo la nostra offerta di Oli Extra Vergine di Oliva con un prodotto di assoluta eccellenza: l'Olio Affiorato.

Oltre alle varietà Fruttato Delicato e Fruttato Intenso, Aromatizzato al Limone e Aromatizzato al Basilico, prodotti e confezionati durante questa campagna 2013 e già disponibili alla vendita, abbiamo deciso di puntare all'eccellenza e alla qualità producendo una tiratura limitata di questo olio superiore.

L'Affiorato è  un olio pregiato, ottenuto mediante l’antico metodo di affioramento. Questo consiste nel raccogliere a mano con mestoli una piccolissima percentuale di olio (2-3%) che si forma spontaneamente dopo alcune ore sulla pasta d’olio macinata. Durante la fase di gramolatura, le micelle di olio si uniscono tra di loro a formare gocce più grandi che si separano spontaneamente dall'acqua e affiorano in superficie all'interno delle gramole.

Non avendo subito nessuna altra fase di lavorazione successiva alla gramolatura, né l'estrazione né la separazione, è un Extra Vergine di assoluta eccellenza, poiché preserva intatte, in purezza, tutte le proprietà nutritive e organolettiche originarie delle olive da cui deriva, come fosse un succo di frutta. L'Olio Affiorato è particolarmente indicato nell'alimentazione dell'infanzia e degli anziani per la sua particolare composizione, ricca di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico), polinsaturi (acido linoleico) e saturi (acido palmitico). Le proporzioni tra queste tre tipologie di acidi grassi si ritrovano in simile percentuale nella composizione dell’organismo umano, e gli acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e alfa linolenico) sono contenuti in proporzioni percentuali simili nel latte materno. Questo spiega la facile digeribilità di questo olio e i numerosi effetti benefici per la crescita dei bambini.
Come condimento, viene consigliato crudo su pesce al forno o grigliato, carpacci, carni bianche, insalate e piatti delicati. Commercialmente è indicato con svariate denominazioni: Spontaneo, Affiorato, Fior d’Olio, Elisir d’Olio, Lacrima d’Olio o Mosto d’Olio, ecc.

Produrre un Extra Vergine Affiorato è un'operazione particolarmente laboriosa. Occorre fermare le macchine e attendere alcune ore l'emersione spontanea dell'olio. Inoltre le quantità sono molto limitate: da 3 quintali di olive si possono ottenere circa dai 5 ai 10 litri di Affiorato. Per questi motivi, le aziende produttrici di olio non riconoscono solitamente questa come una fase di lavorazione, soprattutto le grandi aziende che, per mantenere alta la produttività, non si dedicano ad un processo che richiede una grande disponibilità di tempo e la giusta pazienza. Ecco il vantaggio di rivolgersi direttamente a produttori locali, scrupolosi e attenti, che fanno di questo mestiere una passione, non una mera attvità commerciale. Come noi dell'Azienda Agricola Grandolfo, che produciamo Olio Extra Vergine di Oliva da oltre un secolo, sin dal lontano 1912, una tradizione di famiglia che si è tramandata di padre in figlio da ben 5 generazioni.

www.oliograndolfo.it

martedì 12 novembre 2013

Il ratto degli ulivi

Ecco come fanno: arrivano di notte, con trattori, camion, corde e funi. Agiscono nell'oscurità. Imbragano l'albero di ulivo con le funi e lo sradicano tirandolo con il trattore. Dopodiché tagliano tutti i rami e caricano l'albero completamente defogliato sul camion.
Destinazione? Nord Italia. Ma non solo, gli alberi finiscono anche all'estero.
Scopo? Arredare le ville, i giardini e la case di ricchi facoltosi che sono disposti a pagare anche diecimila euro per un ulivo secolare ridotto a mera pianta ornamentale.
"Vere e proprie sculture a cielo aperto, modellate dagli anni, monumenti al paesaggio e all'ambiente che hanno reso la Puglia unica al mondo, un patrimonio talmente inestimabile da diventare oggetto del desiderio e più ancora del contrabbando..." sono le parole del servizio di Alle Falde del Kilimangiaro, andato in onda lunedì 11 Novembre, che cerca di fare luce su questo triste fenomeno.



Il furto degli ulivi è un fenomeno noto ormai da anni in Puglia, come se non bastassero già i problemi legati all'attacco del batterio killer che da mesi sta compromettendo la vita dei nostri ulivi pugliesi, almeno stando alle ultime notizie in merito. La regione vanta una grande produzione di olio extra vergine di oliva di qualità. In Puglia ci sono circa 60 milioni di piante di alberi di ulivo, un numero lungamente superiore agli stessi abitanti pugliesi, tanto da arrivare ad un rapporto di 15 piante per ogni pugliese. Di questi sessanta milioni, almeno 5 milioni sono considerati monumentali, cioè di età plurisecolare, infatti molti ulivi risalgono addirittura all'epoca romana. 254.000 le aziende dedite alla trasformazione del prodotto. La Puglia è, dunque, una regione nel cui Dna scorre da millenni olio d'oliva.

Gli ulivi secolari della Puglia vengono sradicati e contrabbandati, un traffico illegale che arreca un danno enorme agli olivicoltori della zona, che vivono della trasformazione dei frutti di questi alberi, le olive, in olio di qualità. Sono addirittura gli stessi contrabbandieri che contattano direttamente gli olivicoltori per offrire loro somme di denaro in cambio di un ulivo secolare. Esiste un vero e proprio mercato illegale. Basta dare un'occhiata sul web e si trovano portali dedicati in maniera specifica a questo tipo di commercio illegale, siti dove privati, ma anche vivaisti, espongono le fotografie degli ulivi in vendita, accompagnate dal relativo prezzo. Oltretutto, da un punto di vista agronomico, questo contrabbando è destinato al fallimento poiché l'ulivo è una pianta mediterranea, che vive in ambienti caldi e secchi, caratterizzati da poche piogge, quindi ha poche possibilità di sopravvivenza in un clima più umido e freddo, come quello del Nord Italia.

Il fenomeno dello sradicamento viene contrastato in alcuni casi, come ad Ostuni, con l'utilizzo di telecamere nascoste, dette fototrappole, gestite dal Corpo Forestale delle Stato, che rilevano il movimento di oggetti sul terrreno e scattano delle foto consentendo la segnalazione dell'evento e il tempestivo intervento. La stessa tecnologia viene impiegata per cantrastare il bracconaggio o gli incendi boschivi.

sabato 9 novembre 2013

RICETTOLIO: Ciambellone all'olio al limone

Inauguriamo oggi RICETTOLIO, la nostra rubrica dedicata alle ricette di cucina a base di Olio Extra Vergine di Oliva Grandolfo.
Sarà una rubrica gastronomica dove pubblicheremo, con cadenza mensile, ricette di antipasti, primi e secondi piatti, dolci e pietanze particolari che hanno come comune denominatore un ingrediente particolare: 
il nostro olio!!! 
Faremo questo cercando di valorizzare anche la nostra tradizione di produttori di olio made in Puglia, per cui non mancheranno ricette tipiche della nostra tradizione culinaria pugliese.
Ma allora sarà solo un ricettario web?
No, perché pubblicheremo anche informazioni ed approfondimenti enogastronomici e di educazione alimentare, temi che riguardano la corretta alimentazione, la salute e il benessere del nostro corpo che, non dimentichiamocelo mai, iniziano quando ci sediamo a tavola.

La ricetta che pubblichiamo oggi riguarda un dolce. La festa di Halloween è appena passata e allora abbiamo deciso di dedicare un pensiero ai gusti e agli interessi dei più piccolini, dei bambini (e perché no, anche degli adulti). Si tratta del ciambellone, un dolce classico, gustoso e soffice, particolarmente indicato per la colazione ma manche alla fine di un pranzo. 
Alla ricetta base abbiamo sostituito il liquore con l'olio aromatizzato al limone, più adatto e più salutare per i bambini grazie all'alto contenuto vitaminico (vitamina A ed E) e alla presenza di grassi che favoriscono la crescita e uno sviluppo equilibrato dei bambini.

CIAMBELLONE ALL'OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA AROMATIZZATO AL LIMONE
N.B.: le istruzioni riportate in questa ricetta si riferiscono al robot da cucina Bimby

http://www.oliograndolfo.it/Ingredienti:
3 uova
250 g di zucchero fine
250 g di farina tipo 00
130 g di olio extravergine di oliva aromatizzato al limone
130 g di acqua
1 cucchiaio colmo di cacao amaro
1 bustina di lievito

Istruzioni:
Imburrare e infarinare uno stampo a ciambellone.
Preriscaldare il forno a 180°C.
Inserire nel boccale lo zucchero, le uova intere, l'olio, l'acqua e l'olio extra vergine di oliva aromatizzato al limone: 30 sec vel 5.
Aggiungere la farina: 40 sec vel 5 e durante gli ultimi 10 secondi aggiungere dal foro del coperchio la bustina di lievito.
Versare nello stampo  il composto.
Cuocere in forno riscaldato per 30 min circa.

Variante con il cacao
Ingredienti:
3 uova
250 g di zucchero fine
250 g di farina tipo 00
130 g di olio extravergine di oliva aromatizzato al limone
130 g di acqua
1 cucchiaio colmo di cacao amaro
1 bustina di lievito 

Istruzioni:
Imburrare e infarinare uno stampo a ciambellone.
Preriscaldare il forno a 180°C.
Inserire nel boccale lo zucchero, le uova intere, l'olio, l'acqua e l'olio extra vergine di oliva aromatizzato al limone: 30 sec vel 5.
Aggiungere la farina: 40 sec vel 5 e durante gli ultimi 10 secondi aggiungere dal foro del coperchio la bustina di lievito.
Versare nello stampo ¾ del composto. Nel rimanente mettere un cucchiaio di cacao amaro, azionare 10 sec vel 5 per amalgamare bene e far cadere nello stampo sul composto bianco.
Fare dei cerchi concentrici aiutandosi con un coltello o uno stecchino per far venire l'effetto marmorizzato e cuocere in forno riscaldato per 30 min circa.

Se in qualsiasi momento vuoi ritrovare questa ricetta basta cliccare sull'etichetta "ricette" e avrai a disposizione l'archivio di tutte le ricette che pubblicheremo.

Buon benessere a tutti!!!

martedì 5 novembre 2013

Muoiono gli ulivi in Puglia: facciamo il punto

Non possiamo non parlarne!!!
Siamo un blog giovane, nato da pochi giorni e l'entusiasmo che ci motiva a portare avanti questa iniziativa è fresco e genuino, tanto che vorremo parlare solo della bellezza di un'attività nobile come la coltivazione degli ulivi e la produzione di olio extra vergine di oliva. Siamo produttori oleari, siamo quelli dell'Olio Extra Vergine di Oliva Grandolfo...   ma siamo anche pugliesi e ci sentiamo direttamente coinvolti.

Le notizie sono abbastanza allarmanti:
la Puglia sta vivendo in queste ultimi mesi un attacco da parte di un batterio killer che attacca gli alberi di ulivo e ne determina un rinsecchimento avanzato tanto da portare alla morte la pianta. I sintomi sono l'ingiallimento delle chiome, l'imbrunimento interno del legno, la presenza di foglie accartocciate, ecc.
L’epidemia ha contagiato decine di migliaia di piante in un’area di 8 mila ettari nella zona ionica del Salento, quella parte della provincia di Lecce che va da Gallipoli a Lequile, passando per i comuni di Ugento, Taviano, Casarano, Melissano, Racale, Parabita, Alezio, Sannicola, Nardò e Galatina.
Non si sa bene come questo micidiale batterio sia comparso in Puglia. Di certo, come porta d’ingresso ha scelto Gallipoli. Da lì, si è propagato a macchia d’olio (è proprio il caso di dirlo!!!).
Ecco una mappatura delle aree maggiormente colpite.



Sarebbe il batterio Xylella fastidiosa il responsabile del fenomeno che porta al rinsecchimento degli alberi di ulivo e che sta continuando a diffondersi rapidamente nella zona occidentale del Salento. Si tratta di un batterio finora mai riscontrato in Europa e mai su questa specie vegetale. E’di tipo patogeno, inserito nell’elenco A1 della EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), l’Organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione europea per la salute delle piante, cioè rientra nella lista nera dei batteri da quarantena, necessariamente da isolare, a causa della sua portata infettiva.
Inizialmente si pensava che il killer degli ulivi del Salento fosse un fungo, in quanto in tutti gli alberi interessati è stata rinvenuta la presenza del fungo phaeoacremonium. Ma da studi più approfonditi effettuati dall’Osservatorio Fitosanitario Regionale, è emerso che gli alberi malati esaminati ospitavano dei coleotteri, che vivono principalmente nella corteccia. Si tratta di una piccola cicala chiamata homalodisca vitripennis, lunga non più di mezzo centimetro e che, a quanto pare, sarebbe il veicolo del batterio Xylella fastidiosa. Nel momento in cui questo insetto punge la pianta per trarne nutrimento, il batterio penetra all'interno e la attacca occludendone i vasi xilematici, quelli che trasportano la linfa, impedendone così l’idratazione. I sintomi della malattia si manifestano in maniera più visibile nel periodo della maturazione dell’ulivo, con l’ingiallimento delle foglie e la successiva caduta. Si stima che l’albero colpito arrivi alla morte in un periodo di 5 anni. Il fungo, invece, non sarebbe altro che una concausa o un sintomo.

La Xylella fastidiosa è stata scoperta intorno al 1880 in alcuni vigneti situati nel sud della California e la sua presenza è stata segnalata anche in Florida e soprattutto in Centro e Sud America (Messico, Costa Rica, Venezuela), su piante di agrumi, caffè, mandorle, oleandri. Ma non era mai stato riscontrato in Europa, prima d’ora. Non esiste alcun rimedio contro questo batterio, quindi al momento l’unico modo per tentare di arginare il problema è lo sradicamento degli alberi infetti e la quarantena fitosanitaria. Difficile stimare la cifra del disastro ambientale ed economico. Un paio di dati danno, comunque, un'idea delle dimensioni del fenomeno: il Salento ospita una densità media di 80 ulivi ad ettaro. A rischio sradicamento, solo nell’areale già compromesso, sono, dunque, circa 600mila alberi. Su quelli stroncati a metà, si procederà, nel frattempo, con drastiche potature e con pesanti trattamenti fitosanitari per contrastare la diffusione della cicala che funge da vettore e che permette al batterio di spostarsi da un albero all’altro.
Un'ulteriore preoccupazione deriva dal pericolo del salto di specie, cioè che il batterio possa attaccare anche altri tipi di piante, principalmente le viti. Infatti, laddove Xylella fastidiosa è di casa, in California, ha fatto incetta di vitigni. Il ceppo presente in Puglia pare, comunque, di tipo ipovirulento, non in grado di massacrare viti e agrumi. Ha la forza di attaccare, però, anche oleandri, mandorli e soprattutto le querce, un altro degli alberi più diffusi nel Leccese.

La Regione Puglia intanto ha varato il piano di emergenza per salvare gli ulivi del Salento. Il piano, proposto da Fabrizio Nardoni, Assessore alle Risorse Agroalimentari, prevede l’individuazione di una zona focolaio, che corrisponde all’area dove il batterio ha colpito ed è stata accertata la sua presenza, nella zona intorno a Gallipoli. Si tratta di un’operazione di confinamento. All’interno di quest’area le piante colpite dal batterio verranno estirpate, mentre la piccola vegetazione, come erba di campo, funghi, muschio, ecc. verrà bruciata. Inoltre sarà vietato portare materiale vegetale fuori da questa zona. Oltre a queste misure drastiche sono previsti interventi fitosanitari, ispezioni sistematiche, monitoraggio continuo, misure cautelative, segnalazione di casi sospetti. L’obiettivo è quello di tentare di prevenire l’attacco del batterio sulle piante della zona focolaio ancora sane e di controllare costantemente l’evoluzione del fenomeno. Inoltre sarà disposto il divieto per i vivai della zona del focolaio di vendere ulivi, mandorli, querce e oleandri.
Fuori dalla zona focolaio seguirà il perimetro una zona tampone, all’interno della quale non sono state ancora segnalate piante colpite dal batterio o casi sospetti. Intorno alla zona tampone è prevista un’ulteriore fascia, detta zona di sicurezza. Anche nella zona tampone e nella zona di sicurezza è previsto un monitoraggio continuo e delle ispezioni.

Il nodo cruciale resta il finanziamento. Infatti la Regione non dispone delle ingenti risorse che l’operazione richiede. Per questo si rivolge al Governo affinché le reperisca, anche attingendo a finanziamenti dell’Unione Europea. Intanto il Ministro alle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ha proposto la costituzione di una task-force ministeriale, composta da 40 esperti, al lavoro per affrontare l’emergenza.
Nei prossimi giorni, arriveranno dal Ministero gli ispettori mentre, fra un paio di settimane, due docenti dell’Università di Berkley (California) faranno un sopralluogo nel Salento, mettendo a disposizione le loro conoscenze sul fenomeno.

Tutto chiaro dunque? In realtà no, e ad alzare la mano è l'Accademia dei Georgofili di Firenze intervenendo sull’argomento con un articolo pubblicato pochi giorni fa nel quale propongono cautela nell’identificare la causa nello Xylella fastidiosa, pur riconoscendolo come un agente pericoloso per la natura e l’ambiente. Questo è uno dei passi principali dell’articolo scritto da Giovanni P. Martelli: “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di ‘X. fastidiosa’ appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come  dotato di scarsa patogenicità per l’olivo. Di ciò è stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite”. La Xylella fastidiosa non sarebbe quindi il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento, pur avendo probabilmente un ruolo in questo processo: "In conclusione, non vi sono al momento elementi che  facciano ritenere ‘X. fastidiosa’ come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe." In sostanza, luce deve essere ancora fatta sulla cause vere di questo fenomeno per poterlo contrastare in maniera opportuna, evitando un'ulteriore espansione sul territorio pugliese o nazionale.

In questo scenario, una nota positiva comunque c'è:
"Voglio rassicurare olivicoltori e consumatori che il fenomeno, anche se produce effetti visibili agli impianti arborei olivicoli non pregiudica in alcun modo la qualità delle olive, sia da mensa che da olio, né influisce sulle caratteristiche dell’olio che da esse se ne ricava" ha dichiarato Fabrizio Nardoni.

Noi rimaniamo sull'attenti per monitorare l'evolversi di questa gravosa situazione.

www.oliograndolfo.it