Le notizie sono abbastanza allarmanti:
la Puglia sta vivendo in queste ultimi mesi un attacco da parte di un
batterio killer che attacca gli alberi di ulivo e ne determina un
rinsecchimento avanzato tanto da portare alla
morte la pianta. I sintomi sono l'ingiallimento delle chiome, l'imbrunimento interno del legno, la presenza di foglie accartocciate, ecc.
L’epidemia ha contagiato
decine di migliaia di piante in un’area di
8 mila ettari nella zona ionica del Salento, quella parte della provincia di
Lecce che va da
Gallipoli a
Lequile, passando per i comuni di
Ugento,
Taviano,
Casarano,
Melissano,
Racale,
Parabita,
Alezio,
Sannicola,
Nardò e
Galatina.
Non si sa bene come questo micidiale batterio sia comparso in
Puglia. Di certo, come porta d’ingresso ha scelto Gallipoli. Da lì, si è
propagato a macchia d’olio (è proprio il caso di dirlo!!!).
Ecco una mappatura delle aree maggiormente colpite.
Sarebbe il batterio
Xylella fastidiosa il responsabile del fenomeno che porta al rinsecchimento degli alberi di ulivo e che sta continuando a diffondersi rapidamente nella zona occidentale del Salento. Si tratta di un batterio finora mai riscontrato in Europa e mai su questa specie
vegetale. E’di tipo patogeno, inserito nell’elenco A1 della
EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), l’Organizzazione intergovernativa responsabile della cooperazione
europea per la salute delle piante, cioè rientra
nella lista nera dei
batteri da quarantena, necessariamente da isolare, a
causa della sua portata infettiva.
Inizialmente si pensava che il killer degli ulivi del Salento fosse un fungo, in quanto in tutti gli alberi interessati è stata rinvenuta la presenza del
fungo phaeoacremonium. Ma da studi più approfonditi effettuati dall’
Osservatorio Fitosanitario Regionale, è emerso che gli alberi malati esaminati ospitavano dei
coleotteri, che vivono principalmente nella corteccia. Si tratta di una piccola cicala chiamata
homalodisca vitripennis, lunga non più di mezzo centimetro e che, a quanto pare, sarebbe il veicolo del batterio
Xylella fastidiosa. Nel momento in cui questo insetto punge la pianta per trarne nutrimento, il batterio penetra all'interno e la attacca occludendone i
vasi xilematici, quelli che trasportano la linfa, impedendone così l’idratazione. I sintomi della malattia si manifestano in maniera più visibile nel periodo della maturazione dell’ulivo, con l’ingiallimento delle foglie e la successiva caduta. Si stima che l’albero colpito arrivi alla morte in un periodo di
5 anni. Il fungo, invece, non sarebbe altro che una concausa o un sintomo.
La
Xylella fastidiosa è stata scoperta intorno al 1880 in alcuni vigneti situati nel sud della California e la sua presenza è stata segnalata anche in Florida e soprattutto in Centro e Sud America (Messico, Costa Rica, Venezuela), su piante di agrumi, caffè, mandorle, oleandri. Ma non era mai stato riscontrato in Europa, prima d’ora. Non esiste alcun rimedio contro questo batterio, quindi al momento l’unico modo per tentare di arginare il problema è lo
sradicamento degli alberi infetti e la
quarantena fitosanitaria. Difficile stimare la cifra del disastro ambientale ed economico. Un paio di dati danno, comunque, un'idea delle dimensioni del fenomeno: il Salento ospita una densità media di 80 ulivi ad ettaro. A rischio sradicamento, solo nell’areale già compromesso, sono, dunque, circa
600mila alberi. Su quelli stroncati a metà, si procederà, nel frattempo, con drastiche potature e con pesanti trattamenti fitosanitari per contrastare la diffusione della cicala che funge da vettore e che permette al batterio di spostarsi da un albero all’altro.
Un'ulteriore preoccupazione deriva dal pericolo del
salto di specie, cioè che il batterio possa attaccare anche altri tipi di piante, principalmente le viti. Infatti, laddove
Xylella fastidiosa è di casa, in California, ha fatto incetta di vitigni. Il ceppo presente in Puglia pare, comunque, di tipo ipovirulento, non in grado di massacrare viti e agrumi. Ha la forza di attaccare, però, anche oleandri, mandorli e soprattutto le querce, un altro degli alberi più diffusi nel Leccese.
La Regione Puglia intanto ha varato il
piano di emergenza per salvare gli ulivi del Salento. Il piano, proposto da Fabrizio Nardoni, Assessore alle Risorse Agroalimentari, prevede l’individuazione di una
zona focolaio, che corrisponde all’area dove il batterio ha colpito ed è stata accertata la sua presenza, nella zona intorno a Gallipoli. Si tratta di un’operazione di confinamento. All’interno di quest’area le piante colpite dal batterio verranno estirpate, mentre la piccola vegetazione, come erba di campo, funghi, muschio, ecc. verrà bruciata. Inoltre sarà vietato portare materiale vegetale fuori da questa zona. Oltre a queste misure drastiche sono previsti interventi fitosanitari, ispezioni sistematiche, monitoraggio continuo, misure cautelative, segnalazione di casi sospetti. L’obiettivo è quello di tentare di prevenire l’attacco del batterio sulle piante della zona focolaio ancora sane e di controllare costantemente l’evoluzione del fenomeno. Inoltre sarà disposto il divieto per i vivai della zona del focolaio di vendere ulivi, mandorli, querce e oleandri.
Fuori dalla zona focolaio seguirà il perimetro una
zona tampone, all’interno della quale non sono state ancora segnalate piante colpite dal batterio o casi sospetti. Intorno alla zona tampone è prevista un’ulteriore fascia, detta
zona di sicurezza. Anche nella zona tampone e nella zona di sicurezza è previsto un monitoraggio continuo e delle ispezioni.
Il nodo cruciale resta il finanziamento. Infatti la Regione non dispone delle ingenti risorse che l’operazione richiede. Per questo si rivolge al Governo affinché le reperisca, anche attingendo a finanziamenti dell’Unione Europea. Intanto il Ministro alle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ha proposto la costituzione di una task-force ministeriale, composta da
40 esperti, al lavoro per affrontare l’emergenza.
Nei prossimi giorni, arriveranno dal Ministero gli ispettori mentre, fra un paio di settimane, due docenti dell’
Università di Berkley (California) faranno un sopralluogo nel Salento, mettendo a disposizione le loro conoscenze sul fenomeno.
Tutto chiaro dunque? In realtà no, e ad alzare la mano è l'
Accademia dei Georgofili di Firenze intervenendo sull’argomento con un
articolo pubblicato pochi giorni fa nel quale propongono cautela nell’identificare la causa nello
Xylella fastidiosa, pur riconoscendolo come un agente pericoloso per la natura e l’ambiente. Questo è uno dei passi principali dell’articolo scritto da Giovanni P. Martelli: “
Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di ‘X. fastidiosa’ appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo. Di ciò è stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite”.
La
Xylella fastidiosa non sarebbe quindi il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento, pur avendo probabilmente un ruolo in questo processo: "
In conclusione, non vi sono al momento elementi che facciano ritenere ‘X. fastidiosa’ come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe." In sostanza, luce deve essere ancora fatta sulla cause vere di questo fenomeno per poterlo contrastare in maniera opportuna, evitando un'ulteriore espansione sul territorio pugliese o nazionale.
In questo scenario, una nota positiva comunque c'è:
"
Voglio rassicurare olivicoltori e consumatori che il fenomeno, anche se produce effetti visibili agli impianti arborei olivicoli non pregiudica in alcun modo la qualità delle olive, sia da mensa che da olio, né influisce sulle caratteristiche dell’olio che da esse se ne ricava" ha dichiarato Fabrizio Nardoni.
Noi rimaniamo sull'attenti per monitorare l'evolversi di questa gravosa situazione.
www.oliograndolfo.it