martedì 12 novembre 2013

Il ratto degli ulivi

Ecco come fanno: arrivano di notte, con trattori, camion, corde e funi. Agiscono nell'oscurità. Imbragano l'albero di ulivo con le funi e lo sradicano tirandolo con il trattore. Dopodiché tagliano tutti i rami e caricano l'albero completamente defogliato sul camion.
Destinazione? Nord Italia. Ma non solo, gli alberi finiscono anche all'estero.
Scopo? Arredare le ville, i giardini e la case di ricchi facoltosi che sono disposti a pagare anche diecimila euro per un ulivo secolare ridotto a mera pianta ornamentale.
"Vere e proprie sculture a cielo aperto, modellate dagli anni, monumenti al paesaggio e all'ambiente che hanno reso la Puglia unica al mondo, un patrimonio talmente inestimabile da diventare oggetto del desiderio e più ancora del contrabbando..." sono le parole del servizio di Alle Falde del Kilimangiaro, andato in onda lunedì 11 Novembre, che cerca di fare luce su questo triste fenomeno.



Il furto degli ulivi è un fenomeno noto ormai da anni in Puglia, come se non bastassero già i problemi legati all'attacco del batterio killer che da mesi sta compromettendo la vita dei nostri ulivi pugliesi, almeno stando alle ultime notizie in merito. La regione vanta una grande produzione di olio extra vergine di oliva di qualità. In Puglia ci sono circa 60 milioni di piante di alberi di ulivo, un numero lungamente superiore agli stessi abitanti pugliesi, tanto da arrivare ad un rapporto di 15 piante per ogni pugliese. Di questi sessanta milioni, almeno 5 milioni sono considerati monumentali, cioè di età plurisecolare, infatti molti ulivi risalgono addirittura all'epoca romana. 254.000 le aziende dedite alla trasformazione del prodotto. La Puglia è, dunque, una regione nel cui Dna scorre da millenni olio d'oliva.

Gli ulivi secolari della Puglia vengono sradicati e contrabbandati, un traffico illegale che arreca un danno enorme agli olivicoltori della zona, che vivono della trasformazione dei frutti di questi alberi, le olive, in olio di qualità. Sono addirittura gli stessi contrabbandieri che contattano direttamente gli olivicoltori per offrire loro somme di denaro in cambio di un ulivo secolare. Esiste un vero e proprio mercato illegale. Basta dare un'occhiata sul web e si trovano portali dedicati in maniera specifica a questo tipo di commercio illegale, siti dove privati, ma anche vivaisti, espongono le fotografie degli ulivi in vendita, accompagnate dal relativo prezzo. Oltretutto, da un punto di vista agronomico, questo contrabbando è destinato al fallimento poiché l'ulivo è una pianta mediterranea, che vive in ambienti caldi e secchi, caratterizzati da poche piogge, quindi ha poche possibilità di sopravvivenza in un clima più umido e freddo, come quello del Nord Italia.

Il fenomeno dello sradicamento viene contrastato in alcuni casi, come ad Ostuni, con l'utilizzo di telecamere nascoste, dette fototrappole, gestite dal Corpo Forestale delle Stato, che rilevano il movimento di oggetti sul terrreno e scattano delle foto consentendo la segnalazione dell'evento e il tempestivo intervento. La stessa tecnologia viene impiegata per cantrastare il bracconaggio o gli incendi boschivi.

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